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Scrissi con stile amaro,
aspro e dolente
un tempo, come sai, contra Fortuna,
sì che niun'altro mai sotto la luna
di lei si dolse con voler più ardente.
Or del suo cieco error l'àlma si pente,
che in tai doti non scorge gloria alcuna,
e se dei beni suoi vive digiuna,
spera arricchirsi in Dio chiara e lucente.
Nè tempo o morte il bel tesoro eterno,
nè predatrice e violenta mano
ce lo torrà davanti al Re del cielo.
Ivi non nuoce già state nè verno,
chè non si sente mai caldo nè gielo.
Dunque, ogni altro sperar, fratello, è vano.
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