O fontana di Banzi,
luccicosa come il vetro,
che chiedi fiori e il
forte vino,
ti daremo domani un
capretto
col turgore delle corna
sulla fronte
scelto a guerre e canti
d'amore.
Invano: invero il figlio
del lascivo gregge
tingerà col sangue il tuo
flutto freddo.
Non ti sfiora il caldo
soffocante.
Un amabile fresco
tu offri ai buoi
stanchi d'arare e al
gregge che pascola.
Anche tu sarai una nobile
fonte,
perché io canto il leccio
posto sopra la tua grotta
da cui fuoriesce loquace
la tua linfa.
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