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Da fanciullo il padre lo voleva medico come lui, ma Michele
nacque e morì poeta. Nei primi anni cinquanta si trasferì a Roma ove visse fino alla
morte. Pubblica: Poesia e pietra di Lucania (1954), Paisano (1958), La piramide di
pietrisco (1975), La montagna di tufo (1975), La piazza degli uomini (1994)
"Per noi la Patria ha più vasti confini perché sappiamo cos'è una siepe."
Questo suo pensiero è inciso sul monumento ai caduti di Laurenzana dove riposa. |
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