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Se a la propinqua speme
nuovo impaccio
o Fortuna crudele o l'empia Morte,
com'han soluto, ahi lassa, non m'apporte,
rotta avrò la prigione e sciolto il laccio.
Ma, pensando a quel di, ardo ed agghiaccio,
chè 'l timore e 'l desio son le mie scorte;
a questo or chiudo, or apro a quel le porte,
e, in forse, di dolor mi struggo e sfaccio.
Con ragione il desio dispiega i vanni,
ed al suo porto appressa il mio pensiero
per trar quest'alma da perpetui affanni.
Ma Fortuna al timor mostra il sentiero
erto ed angusto e pien di tanti inganni
che, nel più bel sperar, poi mi dispero.
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