Io so l'angolo
dove fiorisce l'asfodelo
fugge il ramarro
il sole incanta i querceti
sotto abissi cristallini
di cielo sempre teso,
Quello è il regno della zanzara
e dell'ape ronzante sui tini
l'inferno del pastore
che buca con la mazza
lo terra svogliato.
Quanta lunghezza di tempo
pativa la mia infanzia
in quell'angolo di universo
sotto i fremiti del cosmo
attraversato da comete
e grondante di stelle
nelle notti d'estate.
Chi piangeva nella valle?
Chi gridava sui crinali
dei burroni spalancati?
Era il niente immane
la solitaria nube di tenebra
calata sui sogni.