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Appena ha spento i fuochi dietro l'orto
torna il fresco ai tavoli
imbandierati; lascia la tua mano
un'ombra, la sostanza di tanti inverni
passati sulla cenere tiepida della cucina;
qualcuno a dimenticanza cova nel petto
un coniglio grande quanto un pugno.
Aspetto il giorno in cui il cuore
torni a donare un raggio, la brina
sul fiore, la palla smarrita nella cantina,
la tua voce sepolta entro l'urna
dei miei ricordi, un'unghia dolente.
Nelle tenere notti di maggio,
quando latravano al Basento,
mettevi un guanto sulle dita scarnite
scure di vino e di tabacco.
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